Nel nostro paese gli italiani hanno sicuramente una caratteristica che li accomuna, indipendentemente dal proprio status sociale (professionista, pensionato, lavoratore dipendente, operaio, ecc): tutti versano le imposte, le tasse , i contributi. Ma conosciamo fino in fondo la differenza tra imposta , tassa e contributo?? Qualche definizione consentirà di chiarire le nostre idee ed eliminare i nostri dubbi.
La tassa viene pagata dal contribuente come controprestazione di un determinato servizio reso da un ente pubblico.
L’imposta, invece, è un prelevamento coattivo di ricchezza effettuato dall’ente pubblico per la prestazione di servizi generali che non sono né divisibili, né generalizzabili.
Il contributo è un prelevamento coattivo di ricchezza al quale vengono assoggettate, una tantum, determinate persone che si avvalgono in modo particolare di un’opera di pubblica utilità (esempio costruzione di una strada utile per tutti, ma soprattutto per coloro che possiedono i fondi limitrofi).
Le tasse possono essere classificate in base alla natura del servizio prestato in:
- tasse amministrative.
- tasse giudiziarie.
- tasse industriali.
Le tasse amministrative sono quelle dovute per un servizio prestato da un organo amministrativo (per esempio: i certificati di stato civile, tasse scolastiche, ecc..).
Le tasse giudiziarie sono quelle dovute per un servizio prestato da un organo giurisdizionale ( per esempio le spese per istruttorie, tasse per spese processuali, ecc..). Le tasse industriali sono dovute come corrispettivo dell’attività d’impresa. Rientrano in questa categoria tutte le tasse dovute per esercitare l’attività di impresa.
Le principali tasse industriali sono:
la tassa sulla verifica di pesi e misure;
la tassa sul marchio dei metalli preziosi.
la tassa sulla verifica di pesi e misure;
la tassa sul marchio dei metalli preziosi.
La verifica di pesi e misure rappresenta un servizio utile per la collettività e in particolare per i soggetti che ne fanno richiesta. Per i fabbricanti di pesi e di strumenti di misura esso consente di dare una garanzia pubblica ai propri prodotti. Analoghe considerazioni possiamo riservarle per l’apposizione del marchio su lavori d’oro o d’argento in modo da attestare il peso e il titolo di tali metalli.
Le imposte dirette sono quelle che colpiscono una manifestazione immediata della capacità contributiva del soggetto passivo: sono, ad esempio, imposte che colpiscono il patrimonio o il reddito. Sono imposte dirette l’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), l’IRES (Imposta sul reddito delle Società), l’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive).
Le imposte indirette sono quelle che colpiscono una manifestazione mediata della capacità contributiva del soggetto passivo. Esse mirano alla ricchezza quando viene consumata o trasferita.
Sono imposte indirette l’IVA, i dazi doganali, le imposte di fabbricazione, le imposte di registro.
Le imposte personali colpiscono la ricchezza tenendo conto delle condizioni familiari, economiche e sociali dei contribuenti. Un esempio tipico è l’IRPEF nella cui determinazione si tiene conto della presenza di familiari a carico, dell’attività lavorativa svolta, ecc..
Le imposte reali colpiscono la ricchezza oggettivamente considerata, astraendola da condizioni familiari, sociali ed economiche del contribuente. Un esempio tipico è l’ICI (imposta comunale sugli immobili)
Un’imposta si dice proporzionale quando il suo ammontare aumenta, in modo proporzionale all’aumentare della base imponibile. La base imponibile è l’importo su cui va calcolata l’imposta. In sostanza si tratta di un’imposta che viene applicata con aliquota costante. Ad esempio, l’IRES ( imposta sulle società di capitali che dalla Finanziaria 2008 è calata dal 33% al 27,5%) è un’imposta proporzionale. Attualmente essa colpisce i redditi prodotti dalle società nella misura del 27,5%.
Così se un’impresa ha un reddito imponibile di 200.000 euro, l’imposta dovuta è pari a 55.000 euro (200.000 x 27,5%).
Così se un’impresa ha un reddito imponibile di 200.000 euro, l’imposta dovuta è pari a 55.000 euro (200.000 x 27,5%).
Un’imposta si dice progressiva quando il suo ammontare aumenta in misura più che proporzionale all’aumentare della base imponibile. In sostanza si tratta di un’imposta con aliquota crescente. Ad esempio, l’IRPEF è un’imposta progressiva.
Le aliquote Irpef attualmente in vigore sono:
per redditi da 0 a 15.000 euro – 23%
per redditi da 15.000,01 a 28.000 euro – 27%
per redditi da 28.000,01 a 55.000 euro – 38%
per redditi da 55.000,01 a 75.000 euro – 41%
oltre 75.000 euro –43%
per redditi da 0 a 15.000 euro – 23%
per redditi da 15.000,01 a 28.000 euro – 27%
per redditi da 28.000,01 a 55.000 euro – 38%
per redditi da 55.000,01 a 75.000 euro – 41%
oltre 75.000 euro –43%
Quindi, se una persona ha un reddito imponibile di 50.000 euro determina l’imposta dovuta nel modo seguente:
15.000 x 23% = 3.450
13.000 x 27% = 3.510
22.000 x 38% = 8.360
Totale imposta 15.320
15.000 x 23% = 3.450
13.000 x 27% = 3.510
22.000 x 38% = 8.360
Totale imposta 15.320
Come calcolare l’Irpef lorda 2009? Irpef lorda = [ (Reddito totale) – (tutti gli oneri deducibili) – (deduzione abitazione principale)] x (% aliquote))
Come calcolare l’Irpef netta 2009?
Irpef netta = (Irpef lorda) – (tutte le detrazioni a cui si ha diritto: familiari a carico, tipologia di reddito, oneri sostenuti, …).
Quali redditi sono soggetti all’Irpef 2009?
I redditi che ricadono nel regime d’imposta Irpef 2009 sono tutte le entrate economiche derivanti da:
- attività di lavoro dipendente;
- attività di lavoro autonomo e d’impresa;
- pensioni e assegni assimilabili;
- immobili (terreni, edifici, appartamenti, …);
- redditi di capitale e redditi diversi di natura finanziaria (plusvalenze).
Un’imposta si dice regressiva quando il suo ammontare aumenta in misura meno che proporzionale all’aumentare della base imponibile. In sostanza si tratta di un’imposta con aliquota decrescente.
Ad esempio si potrebbe pensare ad un imposta che prevede l’aliquota del 15% per una base imponibile fino a 100.000 e del 10% per basi imponibili superiori. In Italia, un esempio di imposta regressiva era costituta dal contributo al Servizio Sanitario che è stato abrogato con l’introduzione dell’IRAP.
L’imposta è un prelevamento coattivo di ricchezza effettuato dall’ente pubblico per la prestazione di servizi generali e, in parte, anche di quelli speciali, nella misura in cui il loro costo non è coperto dalle tasse.
Dunque, sono tre gli elementi dell’imposta e sono :
il soggetto attivo, ovvero lo Stato, i Comuni, le Regioni. In pratica si tratta del soggetto che incassa l’imposta;
il soggetto passivo, cioè il contribuente, colui che è tenuto a pagare l’imposta, che potrà essere una persona fisica o una persona giuridica;
l’oggetto, cioè la ricchezza su cui l’imposta viene applicata, che prende anche il nome di materia imponibile e può essere, ad esempio, il reddito o il patrimonio.
il soggetto attivo, ovvero lo Stato, i Comuni, le Regioni. In pratica si tratta del soggetto che incassa l’imposta;
il soggetto passivo, cioè il contribuente, colui che è tenuto a pagare l’imposta, che potrà essere una persona fisica o una persona giuridica;
l’oggetto, cioè la ricchezza su cui l’imposta viene applicata, che prende anche il nome di materia imponibile e può essere, ad esempio, il reddito o il patrimonio.
È proprio il caso di dire che, in questo mondo non v’è nulla di sicuro, tranne la morte e le tasse. :