E-Learning: la Scuola

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Ed eccoci giunti all’ultimo articolo sullo stato dell’arte dell’e-learning in Italia.

In particolare, verrà quì di seguito analizzato lo stato dell’arte dell’e-learning nel quarto ed ultimo, non certo per importanza, segmento di mercato analizzato: la Scuola. 

Obiettivi della ricerca
L’Osservatorio sull’e-learning dedicato al settore Scuola si è posto l’obiettivo di sondare la diffusione dell’e-learning e più in generale dell’uso delle ICT nella didattica.
L’indagine si è articola in due fasi:
  1. una verso i docenti delle scuole di ogni ordine e grado
  2. l’altra su un campione di studenti delle scuole superiori interessati alle discipline scientifiche 

Questa seconda parte dell’indagine fornisce una visione del rapporto tra studenti e nuove tecnologie digitali. 

1. L’indagine sui Docenti

Il questionario è stato distribuito attraverso la pubblicazione negli ambienti di apprendimento del sito INDIRE10 ed è stato compilato da 710 docenti. Il questionario è stato aperto anche agli insegnanti delle scuole dell’infanzia, che si sono timidamente affacciati nell’indagine con una percentuale di quasi il 6% come riportato nel grafico sottostante. 

  
Ma come si è articolato il questionario e quali sono stati gli argomenti di indagine?

Il questionario è stato strutturato in 25 domande distribuite in quattro aree di indagine.

Le prime due aree sono:  

  • informazioni generali, volte a tracciare il profilo del partecipante e del contesto in cui opera (ordine di scuola e area  geografica, dotazioni tecnologiche della scuola di appartenenza)
  • competenze nell’uso delle ICT 

Le altre due aree, più corpose, sono finalizzate ad indagare l’approccio all’uso didattico delle ICT e l’apertura e predisposizione verso l’e-learning 

  • le esperienze di formazione in percorsi e-learning – o blended learning (docenti come utenti di elearning), finalizzate a indagare la domanda di formazione con le ICT da parte dell’insegnate della scuola
  • la predisposizione e le esperienze di e-learning per gli studenti e più in generale di uso di ICT nella didattica scolastica (docenti come attori nell’uso delle ICT nella didattica)
Un ulteriore livello dell’analisi, il clustering, ha approfondito alcuni aspetti risultanti dal questionario attraverso la creazione di gruppi di docenti classificati secondo il valore assunto da due indici tratti dagli esiti di alcune domande considerate particolarmente significative per gli scopi dell’indagine.
Di seguito sono riportati i risultati dell’indagine per ognuna delle quattro aree suddette nonché del clustering. 
 
Informazioni generali e competenze

In quest’area di indagine, oltre agli attributi volti a profilare il docente partecipante al questionario per ordine di scuola e area geografica di appartenza visti sopra, sono stati rilevati alcuni dati circa il contesto tecnologico in cui si trova ad operare:

  • la disponibilità della banda larga a scuola (68%) e a casa (75%)
  • la capacità di utilizzo di office suites: (circa il 70% usa i fogli di calcolo), (circa il 90% usa gli strumenti di videoscrittura),   ( l’ 80% usa l’email)

Interessante anche notare la reazione dei docenti interpellati su alcuni oggetti che popolano oggi il mondo degli utenti di Internet: 
  
  
E-learning e uso di ICT nella didattica: i docenti come utenti
 
L’attitudine e l’apertura dei docenti verso l’e-learning è stata misurata innanzi tutto verificandone l’esperienza come utenti di percorsi formativi online (e blended). Il 72% afferma di avere avuto almeno un’esperienza di e-learning o di blended learning.
 
Ma quali sono le caratteristiche dei percorsi formativi seguiti? E quali le principali risorse che corredano un percorso formativo online paragonato ad uno tradizionalmente gestito in presenza?

Dalla figura sottostante si nota come l’autoistruzione non prevale solo – come prevedibile – nei corsi online rispetto a quelli in presenza, ma rappresenta una componente ancora predominante rispetto ad altre attività didattiche quali le attività collaborative, le attività d’aula – che si riferiscono a soluzioni blended in cui prevale la didattica online– gli esercizi e le attività multimediali. Del 72% di docenti che hanno seguito percorsi formativi in e-learning una larga parte ha valutato l’esperienza positivamente (come si evince dal secondo dei due grafici di seguito riportati), gli spazi di miglioramento della qualità dell’offerta comunque sono ancora notevoli.  

 

E-learning e uso di ICT nella didattica: i docenti come attori

 

 

 

In quest’area di indagine si è posta l’attenzione sul digital disconnect ossia il divario che sembrerebbe esistere tra docenti delle scuole e studenti nell’apertura verso l’uso delle ICT nella didattica scolastica. In questa fase si sono voluti rilevare alcuni aspetti sul punto di vista dei docenti, incluso il contesto scolastico in cui operano.

Il primo aspetto indagato riguarda il favore verso inziative di e-learning in senso stretto.Le risposte sulle iniziative intraprese in passato e quelle sulle inziative in corso o previste rivelano un contesto ancora non favorevole: alcuni non hanno informazioni, molti non rispondono, la maggior parte risponde no e i “si” fanno pensare a inziative ancora rade e frammentarie. 

Inoltre è stato rilevato il parere dei docenti in merito all’uso del PC, degli strumenti di gestione di documenti e fogli di calcolo, di Internet e degli strumenti di comunicazione sincrona e asincrona a supporto della didattica. I risultati sono più confortanti. Probabilmente non è ancora chiaro lo scenario in cui progetti alternativi alla didattica curriculare in modalità e-learning possano essere efficaci e utili allo studente della scuola. Risulta forse più ragionevole pensare di utilizzare le ICT come uno strumento che, se ben utilizzato – il che significa nei momenti opportuni, nei contesti opportuni e sotto la guida del docente – possono migliorare la didattica curriculare in classe o a casa.
Nella figura sottostante si può osservare, in ordine descrescente, il numero di preferenze per ciascuna scelta espressa dai docenti in merito ai contesti d’uso del PC da parte degli studenti. Come si può notare i casi di assoluta opposizione sono rarissimi mentre la guida del docente sembra risultare la componente più importante. 
 
In definitiva, oltre il 70% dei docenti è favorevole all’uso di internet con scopi didattici, il 60% ne fa già uso o incoraggia gli studenti a farlo e il 6% ne ha l’intenzione.

 

Il clustering
 
Il clustering costituisce un’approfondimento dell’analisi dei dati raccolti al fine di creare un quadro della posizione dei docenti partecipanti rispetto ad alcune questioni considerate rilevanti ai fini della ricerca stessa. Sono stati creati quattro profili derivanti dall’incrocio di alcuni indici calcolati sulle risposte alle domande significative prescelte.
Per le finalità dell’indagine, analizzare la posizione dei docenti rispetto alle ICT e all’e-learning da un lato come utenti e dall’altro come attori di processi di sviluppo della didattica scolastica con l’uso delle nuove tecnologie, quindi come partecipanti alla creazione dell’offerta didattica, si è ritenuto opportuno creare due indici sintetici dal cui incrocio scaturiscono i quattro profili.
Gli indici sono: 
  • Ix : indice di capacità tecnica
  • Iy : indice di propensione all’innovazione 
Alla costruzione dell’indice di competenza Ix sono concorse due domande del questionario che tracciano la competenza nell’uso degli strumenti informatici di base (office suites e posta elettronica) e le esperienze di e-learning come utenti.  
Alla costruzione dell’indice di propensione all’innovazione Iy sono concorse due domande del questionario che tracciano la disponibilità a partecipare a progetti di formazione e-learning based per gli studenti e la propensione ad incoraggiare gli studenti all’uso di strumenti informatici con finalità formative. 
 
2. L’indagine sugli studenti
 
Agli studenti del quarto e quinto anno delle scuole superiori è stato distribuito un questionario per indagare su quale sia la loro percezione del’ ICT. I risultati sono stati analizzati basandosi su un campione di oltre 300 risposte.La sezione ICT del questionario è stata articolata in 15 domande. Dopo una breve introduzione volta a rilevare la familiarità con Internet e gli strumenti di comunicazione digitale, che confermano il dominio dei giovani su questo ambito (l’86% possiede almeno un’indirizzo email, l’80% usa internet più di una volta la settimana, il 75% usa sistemi di comunicazione sincrona come il messenger), si passa a rilevarne le finalità d’uso preponderanti.
Stringendo poi l’obiettivo sulle finalità di tipo formativo, è interessante l’incidenza di coloro che affermano di usare Internet per imparare, con una larga maggioranza di coloro che dichiarano di farne un uso legato alle attività scolastiche. 
 
  
 
Ancora una volta risulta che gli studenti, come i docenti, in maggioranza vedono nelle ICT piu’ un’opportunità di supporto, integrazione e miglioramento della didattica che un motivo di creazione di un modello formativo completamente nuovo. 
Lo scetticismo di docenti e studenti verso un modello didattico interamente basato sulle tecnologie e necessariamente svolto a distanza, non sembra essere altrettanto elevato come nell’uso delle Ict a scuola e per le attività scolastiche. Si noti il confronto tra i risultati che i due campioni hanno fornito in merito all’uso di Internet (figura seguente): gli studenti stessi sembrano sottostimare la disponibilità dei professori che risulta invece piuttosto elevata. 
 
 
 
Quali caratteristiche, tecnologiche e non, deve avere un ateneo secondo i giovani che si affacciano al mondo universitario?
 
Come si evince dai grafici sottostanti, le preferenze ricadono non tanto nell’offerta di percorsi online, quanto nella gestione online dei servizi amministrativi e didattici di supporto, quali l’iscrizione, il pagamento delle tasse, la prenotazione degli esami, la comunicazione con i docenti, la disponibilità di manteriali didattici integrativi (circa 45%); al secondo posto (27,8%) si collocano coloro per i quali nessuno di questi elementi tecnologici ha incidenza nella propria scelta mentre al terzo ci sono coloro che prenderebbero in considerazione corsi di laurea in modalità mista (circa 29%).
La principale ragione che induce a non preferire la modalità mista risulta l’opportunità di socializzazione che il campus offre.

  

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